Il Supremo Consesso, pronunciandosi sulla legittimità di un concorso per la copertura di un posto di dirigente medico legale, ha ritenuto che l’azienda sanitaria locale abbia agito coerentemente con la normativa prevista dal d.P.R. 10 dicembre 1997, n.483 “Regolamento recante la disciplina concorsuale per il personale dirigenziale del Servizio sanitario nazionale”. La commissione esaminatrice ha, infatti, predeterminato i criteri valutativi ed ha incentrato le prove “sui compiti connessi alle funzioni da conferire” (art.26, coma 1 lett. c, d.P.R. 10 dicembre 1997, n.483). Il Consiglio di Stato ha, inoltre, ribadito che “la scelta dei quesiti su cui concentrare l’esame resta riservata a una sfera di discrezionalità piuttosto ampia, che, come tale, deve intendersi sindacabile dal giudice amministrativo negli stretti limiti in cui siano configurabili ipotesi di sviamento o di manifesta irragionevolezza (cfr. ex multis Cons. St., sez. VI, 8 febbraio 2016, n.506)”. Leggi sentenza

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