Governo e Comuni vicini alla soluzione del rebus Imu-Tasi. Che dovrebbe passare, innanzitutto, dall'introduzione di un'addizionale dello 0,8% al nuovo tributo sui servizi indivisibili interamente finalizzata all'introduzione delle detrazioni ai nuclei familiari. E, in secondo luogo, dall'attribuzione alle casse municipali di un quarto del gettito Imu sui capannoni. A meno che l'Esecutivo non individui un'altra fonte di copertura capace di assicurare ai sindaci il miliardo di risorse che perderebbero nel passaggio dalla vecchia alla nuova tassazione immobiliare.
A queste conclusioni si è giunti ieri nel corso di un vertice a via XX settembre tra i ministri Fabrizio Saccomanni (Economia) e Graziano Delrio (Affari regionali), il sottosegretario Pier Paolo Baretta e una delegazione dell'Anci guidata dal presidente Piero Fassino. Un summit «interlocutorio» a detta di tutti i partecipanti. Che stavolta non sembra avere un'accezione negativa. Se sull'aumento Tasi in una forbice compresa tra lo 0,1 e lo 0,8% sulla prima o sulla seconda casa l'intesa può dirsi già raggiunta, sul travaso di una parte dell'Imu sugli immobili di categoria D bisognerà invece attendere martedì prossimo quando le parti si rivedranno ed esamineranno le soluzioni messe a punto nel frattempo dai tecnici. Ventiquattr'ore prima dell'assemblea straordinaria dei primi cittadini prevista al teatro Quirino di Roma per mercoledì 29. Un appuntamento che resta confermato così come la mancata partecipazione dei Comuni, fino a quella data, alle sedute della Conferenza unificata.

A ribadirlo è stato lo stesso Fassino, all'uscita dal ministero dell'Economia. Nel fare il punto sullo stato della trattativa, il primo cittadino di Torino ha spiegato: «I Comuni sono soddisfatti per l'andamento dell'incontro che è stato concreto. A questo punto – ha aggiunto – la parola finale in merito ad una possibile intesa la troveremo il giorno 28 gennaio in un incontro che speriamo possa essere conclusivo». Il numero uno dell'Anci ha precisato inoltre che «delle prime risposte sono arrivate, in particolare sulla copertura delle detrazioni» e che, al contempo, «c'è una disponibilità ad accogliere anche le nostre proposte sulla copertura del minore gettito». Una versione dei fatti simile è stata fornita da fonti del Mef. Che hanno definito positivo il vertice perché ha rappresentato una riapertura del dialogo con gli enti locali, da mantenere anche nelle prossime settimane. Confermando l'accordo raggiunto sulle detrazioni e riconoscendo la fondatezza della tesi avanzata dai municipi sui problemi che si aprirebbero nei bilanci comunali con il passaggio secco da Imu a Tasi.

Qualche elemento in più sul lavoro che resta da fare l'ha fornito Baretta: «Stiamo lavorando insieme ai sindaci – ha detto – per trovare una soluzione utilizzando parte del gettito derivante dagli immobili di categoria D». In pratica, da qui a martedì, il Governo dovrà verificare quanta parte del gettito Imu sugli immobili produttivi potrà girare ai Comuni. A spanne ci si dovrebbe assestare sul 25% visto che gli introiti complessivi dell'imposta municipale sui capannoni ammontano a 4,3-4,4 miliardi e i sindaci chiedono circa un miliardo. Decisiva sarà anche l'individuazione delle coperture alternative con cui l'erario tamponerà la falla che si aprirebbe nel suo bilancio dopo il travaso di risorse. Ma qui si naviga ancora in terra incognita. Tant'è che non può essere ancora escluso il ricorso alla stretta sui giochi di cui si era parlato nelle scorse settimane.
FONTE: IL SOLE 24 ORE; Civica srl.it

 

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