SINDACI DAVANTI AL TAR PER I TAGLI DEL GOVERNO SULLE COMPENSAZIONI IMU.

« Come ampiamente previsto (e promesso), il braccio di ferro fra il ministero dell'Economia e i sindaci sui tagli compensativi» dell'extragettito Imu finisce a carte bollate. La conferma ufficiale è arrivata ieri dall'Anci, che ha annunciato la presentazione del ricorso al Tar del Lazio contro l'applicazione del meccanismo previsto dal decreto «Salva-Italia» (articolo 13, comma 17 del Dl 201/2011).
In questo modo, l'associazione mette il cappello nazionale anche a una serie di ricorsi già presentati da singoli Comuni, secondo una strategia delineata nella commissione Finanza locale fin dall'assemblea nazionale di Bologna di ottobre. Il problema sono i tagli inferti al fondo di riequilibrio dal Governo per compensare il maggior gettito offerto ai Comuni dall'Imu rispetto all'Ici del 2010, che rappresentava il livello garantito di finanziamento anche per lo scorso anno. I tagli sono stati misurati sulle stime di gettito dell'Economia, riviste più volte, e secondo i calcoli degli amministratori locali hanno stralciato dai fondi comunali 760 milioni di troppo. «Si tratta nei fatti di una manovra aggiuntiva – spiega il presidente dell'Anci, Graziano Delrio – che è andata a sommarsi alla spending review e alle difficoltà sollevate dal Patto di stabilità. In un quadro come questo, il ricorso è sacrosanto».
In pratica, insomma, l'Economia avrebbe stimato 760 milioni di entrate «fantasma» per i Comuni, e avrebbe di conseguenza applicato un taglio equivalente, ma reale, ai fondi comunali. Un primo pacchetto di 300 milioni fantasma deriverebbe dal conteggio del gettito prodotto da immobili di proprietà dei Comuni, che ovviamente non possono pagare l'imposta a se stessi come prevedeva una prima versione delle regole Imu poi corrette con il decreto di marzo sulle «semplificazioni fiscali». La correzione delle norme, contestano i sindaci, non ha portato a una revisione delle stime dell'Economia, che di conseguenza avrebbero prodotto tagli illegittimi.
Ma il capitolo più consistente, da 460 milioni, deriva secondo i Comuni dagli errori di calcolo sull'Ici del 2010. Un dato, questo, su cui si è registrata più di un'incertezza, culminata nella seconda metà di ottobre (quindi a pochi giorni dalla chiusura dei preventivi) in un ricalcolo ex post che ha prodotto tagli aggiuntivi per 1.200 Comuni.
La parola passa ora ai giudici amministrativi, che potrebbero imporre di ripensare in chiave retroattiva la distribuzione dei tagli, rivedendo anche gli indici di finanza pubblica. Un precedente, del resto, già c'è, e risale ai tagli compensativi che furono disposti nel 2006 per l'extragettito dell'Ici dei rurali: anche in quel caso le stime dell'Economia furono contestate, la battaglia arrivò al Tar e i Comuni ebbero la meglio.
FONTE: IL SOLE 24 ORE

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